Nel 1941 a guerra iniziata viene affidato a Bassanini l’incarico della nuova sede
Innocenti a Lambrate con una architettura in acciaio e vetro che viene fortemente danneggiata durante la guerra. L’azienda riesce comunque a risollevarsi nel dopoguerra con la produzione della
Lambretta. La città per espandersi ha bisogno di una grande rete di servizi elettrici e di acqua: dal 1883 l’energia elettrica viene fornita dalla società
Edison e nel 1910 viene fondata
AEM Azienda Elettrica Municipalizzata che commissiona la
sottostazione elettrica in via Savona, elegante costruzione cubica, in mattoni tutt’ora visibile. In quegli anni nasce
Porto Marghera (Ve) che si propone come centro industriale dell’Italia fascista alternativo a Torino e Milano, una città industriale e polo chimico nati dal nulla. In questo sviluppo Bassanini si inserisce con la costruzione di importanti complessi industriali. L’impresa si allarga a tutto il paese e i suoi clienti rappresentano le punte di diamante dell’industria italiana, come possiamo vedere dall’elenco:
Industria tessile: Eliolona di Garbagnate e case di abitazione
Industrie automobilistiche: Stabilimento Industriale Pirelli, Milano, anni 1930
Fabbrica Innocenti, Milano, anni 1933
Palazzo sede e società industriale Bianchi, Milano, Viale Abruzzi
Fabbricato assistenziale e Stabilimento Industriale Marelli, Milano, Sesto San Giovanni, anni Cinquanta
Stabilimenti Industriali Lancia, Bolzano–Porto Marghera, anni Trenta
Industrie chimiche: Stabilimenti Montecatini, Bolzano–Torino, anni Trenta
Industrie elettrotecniche: Stabilimento CGE, Milano, anni Trenta
Industrie metalmeccaniche come la Zanoletti di viale Ortles non più esistente
Industrie elettriche e servizi: Palazzo Edison, Milano
Sottostazione Elettrica, Milano, via Savona, anni Trenta
Monopoli di Stato, Milano, anni Venti-Cinquanta
L’industria farmaceutica: Carlo Erba prima industria farmaceutica italiana, Milano via Imbonati.
Insieme alle costruzioni industriali segnaliamo anche l’edificazione di venti silos per i Consorzi Agrari delle varie regioni italiane. Nel 1925 si importano 25 milioni di tonnellate di cereali a fronte di 75 milioni di tonnellate di fabbisogno annuo. I silos diventano rappresentativi di un’architettura a testimonianza di quella battaglia del grano voluta da Mussolini per poter mettere fine alla crisi del ’29. Gli edifici non erano solo grossi contenitori di grano come si potrebbe pensare, ma anche tecnologicamente innovatori; un edificio ricco di architettura e di funzioni con una valenza tipologica comune a tutti le costruzioni analoghe, ma talvolta caratterizzato da dettagli che rendono l’edificio distintivo in una identità di territorio che rappresenta.La situazione per l’impresa si fa però sempre più difficile con l’avvicinarsi della guerra: molte macchine gli vengono requisite per non aver collaborato con la TODT e il Governo di Salò e alla fine deve iniziare tutto da capo. A parte qualche caso, i lavori di Bassanini per gli edifici industriali dopo la guerra si fanno rari, perché preferisce intraprendere la strada dell’edilizia privata appoggiandosi solo sulle proprie forze.Testo di Giovanna Franco Repellini