Edifici civili: residenze e uffici
Il giovane Antonio Bassanini subito dopo la Prima guerra mondiale decide di avviare un’impresa in proprio rilevando una piccola ditta e associandosi nel 1924 a un collega, Carlo Magnaghi, con cui fonda la SAMB “Società Anonima Magnaghi Bassanini”. Milano aveva allora seicentomila abitanti, notevoli spazi di espansione e il Regolamento Edilizio del 1921 consentiva quasi ovunque di sopralzare gli edifici e di modificare la forma della città. Nel 1926 il Comune di Milano bandisce un concorso per un nuovo progetto di Piano Regolatore che, vinto dall’ingegner Cesare Albertini, viene adottato nel 1934 con la definizione degli azzonamenti funzionali: residenziale, industriale e commerciale. L’impresa inizia un’intensa attività lavorando per importanti committenti con noti architetti.
Tra i primi Adolfo Zacchi con cui costruisce il bel palazzo per abitazioni in via Orazio in stile ornato tradizionale in pietra e l’elegante edificio della Fabbrica del Duomo realizzato secondo un nuovo linguaggio architettonico con superfici lisce e forme geometriche pulite. Inizia anche a lavorare in proprio acquistando terreni in via Lorenteggio e costruendo abitazioni in via Coni Zugna 14 e in via Foppa 4 e 6. Viene incaricato della progettazione Piero Portaluppi, architetto dell’alta borghesia milanese, con l’intenzione di ampliare il mercato a nuovi utenti, che, non possedendo palazzi nel centro storico, desideravano un’abitazione signorile lungo la cerchia dei bastioni. In quel periodo viene messa a punto, anche a livello normativo, la nuova concezione di edifici in condominio con appartamenti dotati di sale, camere e servizi ben suddivisi da corridoi, con parti comuni eleganti: facciate, ingressi, scale, porte e finiture materiche di pregio. Il rapporto con Portaluppi dura fino alla fine degli anni Trenta e in quel periodo Bassanini fonda una nuova impresa con il proprio nome con cui commissiona a Gio Ponti in via Coni Zugna 29 l’edificio chiamato Domus Adele. In questa costruzione si approfondiscono ulteriormente le proposte degli spazi abitativi, e, anche per merito del telaio interno in calcestruzzo, si possono portare delle innovazioni distributive con servizi concentrati e arredamenti fissi di grande modernità che corrispondono all’idea attuale di casa attrezzata. Le case della limitrofa via Bragadino sono progettate dall’ufficio tecnico della ditta che utilizza la strategia, seguita nei numerosi e importanti edifici costruiti non solo in Milano, di incaricare i migliori architetti e, successivamente, di fare in proprio altre costruzioni di qualità comparabile. Questa mentalità tecnica e operativa che caratterizza l’imprenditore gli permette di affrontare dopo la tragica esperienza bellica le nuove pressanti esigenze di ricostruzione della città all’interno di un radicale ridisegno urbano. Case a cortina, case a blocco, singoli edifici a torre da costruire velocemente a costi contenuti in modo tale da costituire un modello standard per la media borghesia che cerca nuove soluzioni abitative. Importanti sono i lavori che affronta con l’architetto Luigi Mattioni, in particolare le due torri, la Pollux di Via De Amicis e quella di piazza Amendola. Nel complesso questi edifici presentano un ridisegno degli spazi: si stringono i passaggi comuni,gli appartamenti sono più piccoli e compatti, dotati di grandi finestre con balconi. Per le finiture delle facciate troviamo nuovi materiali come le tavolette in klinker, tratto distintivo dell’architetto Caccia Dominioni come vediamo in Corso Europa, che si ripete in condomini successivi come via Tolstoj, piazza 6 Febbraio e Bresso. Testo di Giovanna Franco Repellini